Breve Storia del Tatuaggio
In Europa da Otzi al 1700

Art World di Lara Selva

La parola tatuaggio (tattoo) viene utilizzata per la prima volta nel 1769 dal Capitano inglese James Cook che, giunto a Tahiti, la utilizza per descrivere i tatuaggi degli indigeni. Tattow, poi trasformatasi in tattoo, deriva dal termine “tau tau” utilizzato per descrivere il suono prodotto dal legno utilizzato per picchiare sull’ago utilizzato per fare i tatuaggi.
Il tatuaggio però ha una storia antichissima che viaggia in tutto il mondo da cultura a cultura. Proviamo a scoprirle velocemente insieme.

La testimonianza più antica che abbiamo si trova nel corpo di Otzi, vissuto circa 5300 anni fa e arrivato fino a noi intrappolato nei ghiacci. Nel suo corpo sono stati rinvenuti dei tatuaggi ottenuti sfregando del carbone polverizzato su incisioni verticali nella cute.

Anche nell’antico Egitto la pratica del tatuaggio era utilizzata mentre i celti si tatuavano immagini delle loro divinità animali. Nel antica Roma il tatuaggio era proibito ma si utilizzava per marchiare i criminali e condannati anche se, alcuni soldati romani iniziarono a tatuarsi seguendo l’esempio dei britannici che si tatuavano segni distintivi di onore e forza.

Possiamo affermare che il tatuaggio ha da sempre un significato simbolico che serve a distinguere determinate categorie. Sappiamo ad esempio che nell’undicesimo e dodicesimo secolo i crociati si tatuavano la Croce di Gerusalemme così, in caso fossero caduti in battaglia, sarebbero stati riconosciuti come cristiani e sepolti secondo i riti.

Dopo le crociate il tatuaggio sembra scomparire dall’Europa fino a che, nel 1700, i marinai europei vennero a contatto con le popolazioni del Centro e Sud Pacifico.

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